domenica 17 luglio 2011

Perché ci serve una riforma della giustizia vera

In Italia sembra non sia quasi possibile parlare di riforma della giustizia, senza schierarsi politicamente. E quando parlo di schieramento politico non mi riferisco genericamente all'appartenenza culturale di una persona ad un'area politica o a un'altra, ma proprio ad un becero stare dalla parte di Tizio o di Caio.
Sei per la separazione delle carriere? Allora sei di destra e berlusconiano. Sei contrario alla separazione delle carriere? Allora sei di sinistra e comunista. Vuoi i giudici eletti dal popolo? Allora sei un leghista (che nessuno ha ancora capito se siano di destra o di sinistra ma tanto che differenza fa?).
Quando si parla dei problemi della giustizia, è particolarmente importante guardare le cose con un occhio pratico e considerare che ci sono diversi modi di fare le cose, che la giustizia funziona in maniera abbastanza diversa in diversi paesi considerati politicamente avanzati (non mi riferisco alla Cina o all'Iran) e che molto dipende da come le cose vengono fatte più che dagli slogan di turno.
Cominciamo subito col dire qualcosa che parrà lapalissiano e cioè che la lotta tra una parte politica e i magistrati ha creato un danno immenso all'Italia.
Hai scoperto l'acqua calda, Casimiro!”, direte voi. Forse. Ma quello che intendo io è diverso da quello che si intende comunemente.
Il danno che io vedo in questa contrapposizione, al di là del contenuto delle varie leggi ad personam e dei loro effetti sulla situazione dell'Italia (senza peraltro nulla togliere alla rilevanza di questi problemi) è che il dibattito su come debba essere riformata la giustizia rimane viziato e si fossilizza su quei pochi punti che hanno a che fare con gli interessi di qualcuno.
Non solo, ma se una parte dice che bisogna riformare la giustizia, l'altra pensa che questo sia legato a quei problemi politici contingenti. Così il concetto di riforma della giustizia perde il suo valore originario e diventa strumentale a disegni politici. L'effetto di tutto questo è l'illusione che, se non vi fossero i problemi con la giustizia di qualcuno, non vi sarebbe alcun bisogno di riformare la giustizia in Italia.
Purtroppo non è così. Il sistema giudiziario italiano è sostanzialmente allo sfascio.
Proprio ieri ero in un palazzo di giustizia in cui da oltre un anno campeggiano dei cartelli che dicono:
La cancelleria civile non è in grado di svolgere il regolare servizio di rilascio copie data la cronica mancanza di fondi ministeriali. Si chiede la gentile collaborazione dei signori avvocati onde supplire a tale mancanza. Certi di una fattiva collaborazione, si ringrazia (carta A4)
In parole povere, non hanno neanche la carta per fare le copie e chiedono agli avvocati di fornirla loro.
Dobbiamo peraltro plaudere alla buona volontà di questi funzionari di cancelleria, i quali cercano in qualche modo e ingegnandosi di mandare avanti qualcosa che di per sé dovrebbe essere crollato da un pezzo.
E che dire delle cause civili che si trascinano per anni e con giudici che vengono cambiati tre o quattro volte nel corso del procedimento?
O vogliamo parlare dei risarcimenti del danno non patrimoniale, che si possono definire solo stitici per la loro esiguità?
Per non parlare delle sezioni lavoro dei tribunali, che una volta venivano accusate di essere sempre dalla parte del lavoratore (vero o falso che fosse) ma che ora a me sembrano uffici periferici della Confindustria.
Sui processi penali mi riservo di ampliare il discorso in seguito. Diciamo solo che sono indubbiamente più veloci di quelli civili, ma tra un'udienza e l'altra passano tanti di quei mesi che i tempi si allungano in modo pazzesco e la decisione di questioni a volte bagatellari, altre volte meno, viene presa quando ormai le persone interessate se ne sono quasi dimenticate.
Chi denuncia qualcuno in un momento d'ira per un fatto che gli sembra troppo grave per essere messo da parte, se ne pente poi amaramente quando deve andare in un'aula di giustizia tre o quattro volte per testimoniare. Spesso la prima volta non lo sentono perché la procura non ha fatto in tempo a notificare all'imputato. La seconda neppure perché magari pur essendo stata spedita la notifica non risulta tornato indietro l'avviso di ricevimento. La terza volta, se non ci sono altri impedimenti, finalmente la parte offesa viene sentita; il che è tutto sommato meno grave se questa persona vive nella città sede dell'ufficio giudiziario, ma in alcuni casi questa persona deve fare un lungo viaggio a sue spese per andare a testimoniare. Per non parlare di quando si cambia il giudice e il nuovo giudice deve sentire di nuovo tutti i testimoni perché così prescrive il codice, in assenza del consenso dell'imputato (che non viene dato quasi mai, per ovvi motivi).
O ancora, sempre saltando di palo in frasca, che vi sembra del fatto che se qualcuno vi aggredisce e voi lo denunciate, prima che quella persona sia condannata in via definitiva, passano diversi anni e niente impedirebbe a quella stessa persona di vendicarsi mille volte di voi? E che, una volta che si giunge alla condanna, se era incensurato (in questo paese esiste un gran numero di mascalzoni incensurati) ci sono ottime possibilità che riceva la sospensione condizionale e non veda neanche un giorno di prigione.
Al contrario dal punto di vista dell'imputato, questo è un paese in cui una persona viene condannata anche solo perché qualcuno ha detto di avere subito da lui una minaccia o un'offesa, pur in mancanza di altre testimonianze che lo confermino e senza concreti riscontri. In questo paese troppe persone ritengono che se uno viene rinviato a giudizio, probabilmente è colpevole e il principio di presunzione d'innocenza, onorato da tutti con le labbra, nella sostanza viene messo continuamente sotto i piedi nei nostri tribunali.
Ma questi non sono problemi di cui si parla tanto, perché non riguardano ricchi milionari in politica, ma solo povera gente che non arriva sulle prime pagine dei giornali.
Una riforma della giustizia deve essere fatta sicuramente, ma per loro. È la gente semplice che ha più bisogno di una giustizia più giusta, sia per quando è offesa dal reato, che quando è accusata di un reato o quando deve difendere un suo diritto in sede civile.
Questo è l'inizio di un ragionamento che intendo fare dalle pagine di questo blog in merito ai problemi della giustizia e sulla difesa dei diritti delle persone. Mi scuso con i colleghi avvocati se parlerò in termini non abbastanza tecnici e, nel rendere i concetti, ci potrà essere qualche imprecisione. Cerco di essere preciso ma la precisione e la chiarezza tendono a bisticciare continuamente tra loro.
La mia idea è di aprire un dialogo con più persone su questi problemi e di far parlare dei problemi della giustizia in modo da discutere quello che interessa veramente a loro. Perché i potenti vanno e vengono, ma la sofferenza della gente comune rimane.

5 commenti:

  1. Beh,Casimiro,non potevi essere più esplicito di così!Hai fatto bene mettere in chiaro i reali motivi per cui necessiti una riforma della giustizia,perchè purtroppo,tutti sono convinti che Berlusconi sia la causa di tutti i mali e che voglia le riforme solo per il suo bene!
    Speriamo che adesso capiscano!

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  2. Molto interessante e ben argomentato, ma continuo a pensare che una banda di pregiudicati non potrà mai riformare bene la giustizia. Speriamo in uomini e donne migliori
    Lalla

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  3. Per ciò che riguarda i tagli economici al sostentamento tecnico delle strutture giudiziarie, oltre al problema della mancanza di fondi (che secondo me è una menzogna), c'è anche un'altra causa che determina la lunghezza di un processo, una causa che oso chiamare primaria. Qual'è questa causa: per saperlo basta domandare a chi lavora nelle procure da almeno una ventina d'anni, quante volte nel corso della sua carriera abbiano ricevuto una telefonata dall'alto che li invitava, per questa o quella causa, o addirittura per questo o quell'anno, a lavorare "ai minimi ritmi possibili". Non è solo una questione di denaro. Le leggi ad personam ora sono palesi e sfacciate, ma nel corso di una settantina d'anni, poteri più scaltri, più discretamente hanno coperto migliaia di delitti nei confronti della comunità, adoperando questo metodo non ufficiale, ma ufficiosissimo ed efficace.

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  4. WOW!! TI SONO VERAMENTE GRATA! DELLE INVIO, ALLORA COSA POSSO DIRTI, DI PIACERMI, CERTAMENTE MI PIACE MA PURTROPPO, NON POSSO PARLARE NIENTE DELLA GIUSTIZIA CHE RIGUARDA LA ITALIA..

    MA ADESSO SO CHE NON SIAMMO SOLI, CHE QUALCUNO COME TE CHE SI PREOCUPA DI QUESTO..

    MOLTO IMPORTANTE, INTERESANTE, PIU CHE ALTRO..

    SONO VERAMENTE CONTENTA E RINGRAZIO A NOSTRO PADRE DI TUTTO QUESTO!

    SPERIAMO SARA TUTTO MEGLIORI!!!

    ANA ENCARNACION DA SANTO DOMINGO

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  5. Casimiro, una realtà è che c'è differenza tra la giustizia "percepita" e quella "reale". Molta propaganda di parte confonde la sensibilità della gente comune, in modo da far fluttuare le animosità e lasciare le cose come sono. L'uso della violenza, come di recente in Inghilterra, o nei paesi del Medio-Oriente (Libia,Egitto,Siria) è inaccettabile. Non consentirebbe il dialogo. Ma, secondo me, tra l'indifferenza, e la violenza, c'è molto spazio d'azione, ed è proprio nell'applicazione delle leggi: in un paese dove la Costituzione garantisce l'equilibrio dei poteri; ovvero che il Presidente della Rep. non sia più "potente" della Camera dei Deputati, o il Presidente dei Ministri, non abbia un potere assoluto, ma dipenda dalle Camere, e la Magistratura sia Indipendente, deve insegnarci a trovare una "legge" che consenta al POPOLO sovrano di riappropriarsi del potere e fare giustizia. E vedo che tu sei la persona informata dei fatti, inserita nell'ambiente, e soprattutto motivata.
    Giuseppe

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